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"L'unico vostro talento è una cieca furia devastatrice. Siete un animale, un cataclisma, e come tale vi comporterete. Seguirete la vostra natura. È scritto nelle carte e nel destino." Le storie che hanno scritto sull'Impero di Saanìa e sulla sua nascita sono intrise di eroismo, di gloria ed epiche battaglie, e sono tutte menzogne. L'impero si fonda sull'assassinio, sul sangue e la morte, dispensata dai cani dell'imperatore, esperti delle arti arcane, del veneficio e dell'inganno. Parthan è il Cane Rosso, il migliore. Ma anche i migliori esitano, e quello fu l'inizio della sua dannazione. Per porre rimedio a quel gesto di clemenza, accompagnato dal leomane Slavosh, Parthan va alla ricerca del Cane d'Argento Gann Tach, lasciandosi dietro una scia di corpi. Afflitto da improvvise amnesie, pericoloso come un mastino da guerra, incontrerà sulla sua strada un avversario ben più spietato di lui, che non si farà scrupolo a ritorcergli contro le sue stesse arti in uno scontro dove la magia e l'acciaio conteranno tanto quanto la volontà di ritrovare se stessi.